L'anno della fuga - WEBDICEMBRE

Vai ai contenuti

Menu principale:

A cura di Cristina Centro Alzhaimer P.O. Passirana.


2017 l’anno della fuga (da Londra). E il 2018?
Numeri che impressionano. Più di 60.000 posti di lavoro sono  “evaporati” solo nel settore finanziario londinese (e si parla di 100.000 in totale). Se la prima fase della Brexit appariva relativamente indolore, la seconda fase sta assumendo risvolti sicuramente non trascurabili per l’economia inglese. Fermandoci al settore finanziario, il più “in vista”,il “succo della questione” è questo :  la City di Londra rischia di perdere l'accesso al mercato unico e quindi appare  difficile proporre investimenti ai clienti del resto d'Europa. Una banca americana, tanto per fare un esempio, che precedentemente faceva base a Londra, ora rischia di non avere più il "passaporto" valido per operare negli altri Paesi membri.  Le mete più gettonate del trasloco? Sicuramente Francoforte, Dublino poi Berlino (in particolare per le start-up ) e Parigi. Seguono Bruxelles, Madrid e Lussemburgo. Nessuna notizia, purtroppo, sul fronte italiano (Milano in primis) se non una (tenue) speranza per il trasloco da Londra dell'Euroclearing, ovvero le operazioni connesse agli scambi di derivati denominati in euro ed è recentemente e clamorosamente svanito il sogno del trasloco dell’Agenzia Europea del Farmaco. Non tutto è perduto: dobbiamo buttarci, per trovare occupazione su un fronte che è quello della old economy e che ha i connotati dell’industria del turismo e quello del food. Cresce invece il dato sul fronte della new economy che fa rima con “giovani”; l’Italia ospita circa il 30% delle startup Europeo, per cui la cretività italica si tramanda di generazione in generazione. Però la raccolta,cioè i soldi che vengono raccolti per finanziare le idee sono pochi rispetto alla qualità dell’offerta. Tante idee e buone e pochi soldi. E’ un “leitmotiv” che sentiamo da sempre. Speriamo solo che non ci sia l’ennesima fuga di cervelli italici e speriamo ancora di più, ci perdonino i colleghi inglesi, che non scappino proprio a Londra. Dio salvi la Regina, ma sarebbe meglio che a salvarla siano gli inglesi e non noi.


 
Torna ai contenuti | Torna al menu