Il Viaggio dei Re Magi - WEBDICEMBRE

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A cura di Giorgio De Santi Oculistica P.O. Rho
IL VIAGGIO DEI RE MAGI
Le  festività natalizie sono alle porte e restando nel tema  del Viaggio non potevo non parlare del lungo percorso compiuto dai Re Magi
Questo il racconto del mio ipotetico incontro con loro.
L’appuntamento  è in Piazza Sant’Eustorgio a Milano, arrivo sul posto emozionato, con dieci minuti di anticipo, con la curiosità di incontrare i Re Magi.
Arrivano puntuali  insieme al  loro seguito di almeno una dozzina di persone  tra dignitari, ciambellani e cammellieri, si sistemano nei giardini vicini alla Basilica e subito mi invitano in una delle loro tende.
Melchiorre  è di carnagione chiara, vestito come un sovrano medioevale è il più giovane dei tre anche se una barba bianca lo fa sembrare  il più vecchio.
Nella sua bisaccia porta mirra, aloe, mussolina,porpora, pezze di lino e libri misteriosamente  sigillati
Gaspare re degli arabi, anche lui di carnagione  chiara , con capelli castani, indossa una veste sontuosa da Re.
Porta  oro, argento, pietre preziose e zaffiri di gran valore .
Baldassarre re degli Indi  è di carnagione  scura, vestito come un arabo.
Porta con sé incenso, nardo, cannella ,cinnamomo ed altri profumi.
Questi  doni per Gesù sono simboli di maestà divina, regale potestà ed umana mortalità
“ Lo sa che siamo arrabbiati ? Voi  uomini moderni vi ricordate di noi mettendoci nei presepi a fare le belle statuine con i nostri dromedari  al  seguito e nell’atto di offrire un cofanetto con Oro , incenso e mirra al Bambinello, oppure ci piazzate in stupide pubblicità natalizie.
Ma pensate veramente che possiamo essere contenti di  questa rappresentazione?
Si  sieda che ora le raccontiamo la nostra vera storia.
Innanzitutto non siamo esseri dotati di poteri soprannaturali. Siamo  degli studiosi di astrologia e di astronomia.
Sapevamo che sarebbe arrivato un soccorritore divino, che avrebbe avuto il compito di inaugurare un tempo di rinnovamento.
Faccia caso al periodo dell’anno in cui arriviamo: Dicembre.
Il nostro arrivo  rappresenta  il  passaggio dall’inverno alla primavera, dalla morte del ciclo naturale alla sua rinascita, il passaggio dal buio alla luce…. ci rifletta.
E poi  siamo in tre e lei sa che il numero tre  è altamente simbolico, perché allude alla perfezione.
E quella notte, in quella grotta,la perfezione delle cose che vanno miracolosamente ognuna nella propria casella  , l’abbiamo percepita e vissuta.
In quei momenti ci è sembrato di comprendere tutto , anche il significato delle nostre esistenze terrene.
Ci siamo sentiti come una sorta di  anello di congiunzione tra la religione nascente, il cristianesimo e i culti misterici orientali, come  il buddismo.
A quei tempi in un certo periodo dell’anno, oramai da  diversi  lustri, dodici saggi salivano sul monte  Sabalan  in Azerbaigian ad osservare il cielo alla ricerca della Stella  annunciata dal Profeta Zoroastro, stella che sarebbe  comparsa  nell’anno 6000, il sesto giorno della settimana, indicazione alquanto vaga.
Quell’anno fantastico  anche noi eravamo sul Monte in preghiera , quando all’improvviso irruppe nel cielo una luce folgorante che  spense tutte le  altre stelle. Ci apparve la Cometa , ci apparve il segnale che da qualche parte del mondo  era nato il Salvatore, Gesù .
Fu così che abbiamo deciso  all’istante di obbedire all’ordine divino  ed  il mattino seguente siamo partiti.
Ora sapevamo il tempo  ma non conoscevamo il luogo , il punto di arrivo del nostro viaggio.
E’ stata  la Cometa  a guidarci, a condurci  per mano  fino a Betlemme attraversando la Persia , la Caldea,  e la Giudea, lì la sua luce si è spenta .
I nostri dromedari , che in un giorno compiono tanta strada  quanto un  buon cavallo in tre, si sono improvvisamente fermati.
Dopo tre giorni di accampamento presso Gerusalemme, finalmente  la Cometa riapparve e si posò sopra una grotta , fu lì che incontrammo il bambino seduto in grembo alla Madre.
Dopo aver consegnato i nostri doni,  Maria ci consegnò  un  cofanetto con l’indicazione di aprirlo solo  al nostro rientro a casa. Lo sa cosa trovammo all’interno ?
Una pietra staccata dalla mangiatoia !
La gettammo in un pozzo ed immediatamente un fuoco discese dal  cielo, il fuoco della venerazione , il fuoco della fede che non è solo quella cristiana, è la fede in se  stessi, nel credere in un sogno ,seguire una traccia impalpabile ma nella quale crediamo.
Qualche anno  dopo finita l’esperienza terrena, i nostri  corpi vennero portati a Costantinopoli nella Chiesa di Santa Sofia .
Fu il Vescovo milanese Eustorgio che nel IV secolo  ottenne dall’Imperatore d’Oriente la possibilità di traslare le nostre spoglie  a Milano in un enorme sarcofago di marmo che ancora oggi è qui nella Basilica.
Ma il nostro viaggio non finisce qui, perché  nel 1164 quando Federico Barbarossa sconfisse i milanesi radendo al suolo gran parte della città , ascoltò ed  esaudì il  desiderio del suo cappellano e consigliere Romualdo da Colonia, di trasportare le nostre reliquie nella sua città natale . E così iniziò per noi un altro percorso.
Che viaggio memorabile !
Il 10 giugno, nottetempo alcuni emissari di Romualdo entrarono in Sant’Eustorgio e ci caricarono su alcuni carri, direzione Pavia e da lì Vercelli, Torino , il Moncenisio, la Borgogna, la Lorena ed il Reno fino a Colonia appunto.
Se passate ora lungo quel percorso, troverete una infinità di locande, ristoranti ed alberghi che portano il nome:  Ai Tre , proprio per  ricordare il  nostro passaggio.
Scortati da cavalieri e soldati per paura di predatori, ladri e malfattori finalmente arrivammo a Colonia e lì siamo ancora dietro l’altar maggiore del Duomo, dal 23 luglio del 1164.
Un ‘ultima  cosa , ma che cosa c’entra  con voi la Befana?
Ah certo !
Quella simpatica vecchietta ci ospitò una notte nelle  sue stalle, la mattina seguente, prima di partire la invitammo ad unirsi con noi in quel viaggio , ma si spaventò della proposta e la rifiutò.
Qualche giorno dopo ci ripensò e partì da sola pensando di ritrovarci, ma non avendo come  guida la Cometa si perse e  da allora vaga nel buio della notte,  lasciando un dono  a tutti i bambini, sperando che fra questi ci sia Gesù.







 
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