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I castelli di Giulietta e Romeo a Montecchio Maggiore (VI) A cura di Giuseppe Cecchetti

La novella,leggenda ,tragedia di Giulietta e Romeo, ha origine antichissime ed è stata resa celebre dal famoso letterato inglese William Shakespeare ambientandola in Verona. Non tutti sanno però che Shakespeare ha tratto  il suo libro da un precedente scritto  di Luigi Da Porto, uomo d’armi d’arte e di lettere  nato a Vicenza e vissuto a Montorso  che in precedenza, ed esattamente nel 1539, aveva dato alla stampa la “historia di due nobili amanti…” chiamandola semplicemente Giulietta.
Questo scritto venne poi tradotto in francese nel 1559 da Pierre Boisten e quindi in inglese da Arthur Brooke ; solo nel 1567 Shakespeare pubblica la versione definitiva della tragedia dopo averne complicato e  sapientemente sviluppato l’ intreccio chiamandola “ Romeo and Juliet”.
Due castelli in  particolare però, che sorgono sopra Montecchio Maggiore ( una cittadina a 10 km da Vicenza ), hanno  stimolato la fantasia  dell’autore  originario Luigi Da porto, portandolo ad ambientare  la vicenda dell’amore contrastato di Romeo e Giulietta, in questi manieri per la loro caratteristica di vicinanza e al tempo stesso di divisione.
I due castelli si chiamano rispettivamente , castello della Villa e castello di Bellaguardia  e sono stati costruiti attorno al 1350 dagli Scaligeri, signori di Verona,  probabilmente a protezione di torri di epoche precedenti. Nei primi del cinquecento poi, questi castelli sono stati quasi completamente distrutti dalla repubblica di Venezia, a seguito degli avvenimenti della guerra della lega dei Cambrai e poi recentemente restaurati nel 1930 dalla sovraintendenza ai monumenti.
Il castello della Villa è detto anche di Romeo, in quanto attribuito dalla tradizione popolare alla famiglia dei Montecchi . Sorge alla quota di 234m. in posizione dominante la valle del Chiampo.
Il castello di Bellaguardia  dei Capuleti o di Giulietta sorge a quota 254m. a circa 300 metri di distanza dal castello della Villa e si trova verso quella parte di Montecchio chiamata  “il Costo”.
Della esistenza dei 2 casati si sa relativamente poco con certezza ; se infatti i Montecchi o “monticuli” sono realmente esistiti nella Verona del XII e XIII secolo , dei Capuleti o “cappelletti” pare non vi sia traccia in Verona  e solo in Cremona si sono trovate  famiglie dei Cappelletti.
La collocazione dei due manieri è comunque veramente suggestiva ; dal crinale dove sorgono ci si può affacciare per ammirare scorci delle valli che portano rispettivamente al vicentino e al veronese. Sotto il castello di Bellaguardia si sviluppa poi un cammino sotterraneo visitabile  chiamato “ percorso ipogeo delle Priare” della lunghezza totale di oltre  un Km, frutto di precedenti  escavazioni effettuate per estrarre “ le pietre tenere” o pietre di Vicenza, un materiale di costruzione assai  pregiato utilizzato in per l’edilizia e per opere architettoniche. La visita al complesso sotterraneo avviene in totale sicurezza, sotto la guida di accompagnatori qualificati,in grado di soddisfare le molte  curiosità che questo singolare sito suscita nel visitatore.
L’occasione per venire a Montecchio Maggiore,  può essere  il completamento della visita della meravigliosa  città di  Vicenza, lontana solo una  decina di chilometri e che merita essa sola un altro articolo del giornalino e quasi una intera giornata, sia per le meravigliose opere architettoniche del Palladio e sia per il fascino della sua particolare atmosfera già “veneziana”.
Ora che si avvicina l’estate, l’altra occasione può essere la gita nelle “fresche” località dei monti Lessini o dei monto Berici, dove si possono effettuare delle bellissime escursioni sia in bici che a piedi. A Montecchio Maggiore c’è poi il ristorante pizzeria “I Capuleti” dove potete trovar
ristoro; magari non vi sapranno dire se Romeo era “ capuleto o montecchio”, ma vi potranno far gustare delle saporite  pizze o se volete gustare qualcosa di locale, dell’ottimo baccalà alla vicentina  e del risotto all’asparago  bianco di Bassano,  abbinati magari ai vini bianchi  Soave o  Verduzzo o se proprio amate i “neri” e non badate a spese, al supremo “Amarone di Valpolicella”.

 
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