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Medicina e cultura

Medicina e cultura. Van Gogh e la digitale.

Il più delle volte sfugge all’osservatore che questo famoso dipinto di Vincent van Gogh (1853, oggi al Museo del Louvre di Parigi) possa ricordarci qualcosa della storia della Medicina. Il dottor Gachet, medico del grande pittore olandese, ha tra le dita alcune foglie verdi di una pianta, la digitale, che, tra i suoi vari impieghi, riconosceva anche quello di sedativo nell’epilessia, della quale si pensava fosse affetto il pittore.Non essendo ancora stati isolati i glicosidi della digitale (poi largamente impiegati in cardiologia), la “somministrazione” era essenzialmente basata su un decotto delle foglie della pianta: non era quindi possibile stabilire con esattezza le dosi dei suoi principi attivi data la variabilità , per esempio, della freschezza delle foglie o dei tempi di ebollizione. Erano pertanto frequenti i fenomeni di intossicazione da digitale ("digitalismo") tra i cui sintomi figura notoriamente la xantopsia, la visione del giallo. Molti storici della Medicina sono del parere che il famoso “periodo giallo” di van Gogh sia dipeso proprio da questo effetto collaterale avverso della digitale, che induceva il pittore a vedere di colore giallo gli oggetti che poi riproduceva sulla tela.
Per completezza informativa si ricordano tra i glicosidi digitalici più frequentemente usati il Lanitop (digossina) e il Lanoxin (metildigossina). Entrambi possono essere somministrati in fiale, compresse e gocce (quest’ultime utilizzate molto frequentemente).

P.S. Per motivi di stampa il dipinto è in bianco e nero; il dipinto a colori potrete trovarlo nel giornalino web inserito sul nostro sito.


A cura di Maurizio Cogno Pediatria P.O. Rho




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