Andiamo al cinema - Nuovo Progetto

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Andiamo al cinema

A cura di -Albert Fabrizio

IDA
Regia: Pawel  Pawlikowski.Polonia-Danimarca  2013. Sceneggiatura: P. Pawlikowski      Fotografia: L.Zal. Musiche: K. Andersen. Interpreti: A. Trzebuchowska, A. Kulesza, J.Kulig, D.Ogrodnik, A.Szyszkowski, J.Trela
Un film intenso,drammatico, molto bello. Girato da un regista polacco residente in Inghilterra in uno splendido bianco e nero, perfettamente  adatto alla vicenda; ricorda un po’ Kieslowski, un po’ Polanski, un po’ Bergman. E’ un film sulla ricerca dell’identità  personale delle due  attrici e insieme storica,  che scava nell’intimo dei  due  personaggi  e rievoca il passato doloroso della Polonia. La vicenda si svolge all’inizio  degli anni 60, nell’atmosfera grigia e un po’ soffocante del regime comunista, magistralmente rievocata dal regista fin nei minimi particolari.Anna, è una giovane novizia che vive in convento  in attesa di prendere i voti. Su esplicita e insistente richiesta della Superiora, si reca a Varsavia a conoscere l’unica sua parente rimasta, la zia Wanda che non ha mai visto prima. Così avviene che Anna incontri questa persona tanto diversa da lei, importante magistrato del regime comunista che ha fatto  la resistenza, una donna potente,libera, autonoma, indipendente, sola.  L’incontro non è facile, ma da qui il regista inizia a scavare profondamente nelle due personalità, scoprendo insieme il passato e la storia. Anna  in realtà era una bambina  ebrea, di nome Ida, scampata per miracolo ai nazisti e all’uccisione della sua famiglia da parte di avidi contadini polacchi. Wanda e’ un giudice che ha dovuto comminare sentenze di morte, che ha sempre vissuto da sola, cercando conforto in compagnie occasionali  e nell’alcool. Le due donne si avvicinano,  si studiano. Anna per un po’ partecipa alla vita di Wanda, conosce un bel ragazzo suonatore di  jazz che  vorrebbe sposarla (…che belle ricostruzioni dell’atmosfera di allora!). Insieme  scoprono  le ossa dei famigliari e le seppelliscono in un vecchio cimitero ebraico in disuso, ma alla fine il destino sembra segnato per entrambe. Wanda, laica e ormai priva di ideali e di speranza,  porrà fine alla sua vita e Anna, dopo  il drammatico bagno  di realtà, accetterà la sua nuova  esistenza  e si farà suora, questa volta convinta e cosciente del suo passato e di se stessa.Due splendide attrici,due realtà a confronto e il passato così drammatico che condiziona l’esistenza di tutti.
HER/LEI
Regia: Spike Jonze USA 2013. Sceneggiatura: S.Jonze    Fotografia: H.VanHoytema. Musiche: Arcade Fine. Interpreti: J. Phoenix, S.Johansson, O.Wilde,M.Ramazzotti, R.Mara,A.Adams.
…non è il genere di film che normalmente mi attira, tuttavia…Trascinato da due nipoti ventenni, incuriosito dalla trama e dal premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale e dal  premio per la migliore interpretazione femminile   a  Scarlett Johansson al festival del cinema di Roma, sono andato a vederlo, un po’ scettico, un po’ dubbioso…Devo dire che invece mi ha colpito molto, mi ha coinvolto, un po’ angosciato, mi ha fatto molto pensare. La storia si svolge a Los Angeles in un futuro non molto lontano. Il protagonista, un uomo sensibile, dubbioso, triste per essere stato lasciato dalla moglie, si guadagna da vivere scrivendo lettere su committenza per una serie di personaggi che si rivolgono a lui in generale per problemi affettivi, e lui li soddisfa con partecipazione e belle maniere. Essendo solitario, decide di acquistare un sistema informatico di nuova generazione, in grado di rispondere alle più svariate esigenze, comprese quelle affettive.
La voce dell’operatrice è quella  di Scarlett Johansson nella versione originale e di Micaela Ramazzotti in quella italiana. E’ la voce suadente di  una  persona sensibile, disponibile, ma anche profonda, partecipe. Non è irreale pensare che la voce di servizio possa trasformarsi in una voce amica, in un rapporto più  intenso, anche intimo, amoroso, ma…ahimè è solo una voce! L a vicenda è coinvolgente, a tratti anche scabrosa  ed è incredibile come si possa diventare partecipi di  una storia assolutamente virtuale! La sceneggiatura è davvero bella almeno per l’intero primo tempo; poi deve tendere ad una  conclusione e si perde un po’, ma lascia una serie di sconvolgenti  interrogativi sulla realtà virtuale, sui nostri affetti, le nostre relazioni, il nostro futuro…   Poveri  noi!
TUTTO SUA MADRE
Regia: Guillaume Gallienne Francia 2013. Sceneggiatura: G.Gallienne, C.Mathieu, N.Vassiliev. Fotografia: G.Speeckaert     Musiche: M.J.Serero. Interpreti: G.Gallienne, A. Marcon, F.Fabian, N.Garcia, D.Kruger
Un piccolo film francese autobiografico, tratto da una pièce teatrale, campione di incassi oltralpe, ben fatto e magistralmente recitato da Guillaume Gallienne, che narra in prima persona il vissuto di un ragazzino un po’ effeminato che nella laica repubblica, lungi dall’essere discriminato, viene anzi accettato dalla madre (…un po’ meno dal padre e dai fratelli…) e assecondato come si conviene al “politicamente corretto”. La madre chiama a tavola “Guillaume e i ragazzi” in una finta indifferenza che serve solo a marcare la differenza…Il guaio è tuttavia che il ragazzino, timido e introverso, non è affatto omosessuale e, raggiunta l’adolescenza, basterà  l’incontro con una bella ragazza  sensibile per scoprire il suo carattere e le sue propensioni, in una specie di “outing” al contrario. Il film è svolto in maniera aggraziata e per  nulla leziosa e spesso il protagonista si rivolge direttamente allo spettatore in macchina, rivelandone al contempo l’origine teatrale e autobiografica. L’insieme non stona affatto e lo rende  assolutamente originale. Il regista ha vinto il premio  Molière 2010 come rivelazione teatrale maschile. Il finale della commedia, arguta e intelligente, mette a  fuoco il vero problema di tanti maschietti, spesso non adeguatamente affrontato o risolto….il rapporto con la mamma!
LA SEDIA DELLA FELICITA’
Regia: Carlo Mazzacurati Italia 2013. Sceneggiatura: C.Mazzacurati, D.Leondeff,M.Pettenello      Fotografia: L.Bigazzi. Musiche: M.Orton. Interpreti: V. Mastrandrea, I.Ragonese, G.Battiston, A.Albanese, F.Bentivoglio, S.Orlando, K.Ricciarelli, M.Vukotic, R.Citran       
Carlo Mazzacurati ci ha lasciato nel gennaio di quest’anno, con una  commedia lieve e surreale, girata tra Veneto e Trentino, i suoi  luoghi classici. La  vicenda di Bruna (Isabella Ragonese) e Dino (Valerio Mastrandrea), una estetista e un  tatuatore, capitati al lido di Jesolo non si sa come,  dirimpettai di negozio, entrambi abbandonati dal partner, entrambi con grossi problemi economici, si svolge come un intreccio tra un giallo e una favola, divertente e piena di colpi di scena. In realtà  Mazzacurati ci porta ancora una volta nel suo mondo, tra una serie di personaggi balordi, surreali, tragicomici, sempre visti con lo sguardo bonario e partecipe che lo contraddistingue. Bruna viene casualmente a conoscenza di un “tesoro” nascosto in una seggiola a forma di elefante e si mette in cerca del malloppo, dapprima sola, poi coinvolgendo per necessità il dirimpettaio Dino e infine in concorrenza con uno strano prete ( Battiston) pieno di debiti e per questo  assai motivato a ritrovarlo. Purtroppo le seggiole, vendute all’asta e acquistate dai personaggi più strani, sono molte e la loro ricerca estenuante porterà, una volta tanto,  ad un lieto fine sulle montagne del Trentino.Nel  film compaiono, quasi in un estremo omaggio al regista,i suoi attori preferiti,  in piccoli cammei di recitazione e partecipazione affettuosa. Si esce dal cinema leggeri e divertiti con un bel ricordo di un regista ricco di  umanità, sempre strettamente legato, nel bene e nel male, alla sua terra d’origine.

 
 
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